Agevolazioni fiscali 2018 per eliminare le barriere architettoniche

Grazie all'approvazione definitiva della legge di bilancio del 2018, avvenuta il 23 dicembre, sono stati prorogati i bonus ristrutturazioni per tutto l'anno. Questa bellissima notizia è una vera e propria ventata di aria fresca per chi vive con un disabile, e sa quanto sia importante abbattere le barriere architettoniche e rendere la casa un luogo sicuro in grado di soddisfare le esigenze di movimento.
Barriere architettoniche: un vero problema per i disabili
Le barriere architettoniche sono tutti quegli elementi costruttivi che limitano lo spostamento del soggetto. Per fare un esempio pratico, per una persona con menomazione fisica o psichica, una scala, una rampa o un gradino possono essere una barriera architettonica. Lo scopo del bonus è eliminare le barriere negli ambienti domestici.
Per tutto il 2018 sono confermate le detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia, tra cui rientrano gli interventi sugli immobili di interesse delle barriere architettoniche. La detrazione sarà del 50% della spesa sostenuta, per un limite massimo di 96.000 euro. Uno degli aspetti positivi è anche la possibilità di usufruire in contemporanea del bonus e delle detrazioni del 19% previsto per le spese sanitarie.
La legge di riferimento è il DM 236/89, attuativo della Legge 18/39. Il primo decreto ministeriale detta i parametri tecnici e dimensionali per gli spazi privati e gli edifici. Ne sono un esempio le caratteristiche di scale, ascensori, rampe e spazi per effettuare la rotazione della sedia a rotelle.
Nel quotidiano, si pensi a quanto può essere difficile entrare in ascensore, entrante in bagno o agevolmente in una stanza o salire le scale. E da qui parte la necessità di modificare gli ambienti affinché queste operazioni quotidiane diventino semplici per chi usufruisce della sedia a rotelle.
Tutti gli interventi di ristrutturazione sono quindi volti a migliorare la mobilità del disabile in casa propria.
Chi e come può usufruire del bonus?
Chi può usufruire di questo incentivo fiscale? Oltre ai proprietari dell’immobile, possono utilizzare il bonus anche i titolari di altri diritti reali come i nudi proprietari o gli usufruttari. Rientrano nella categoria di persone che possono utilizzare la detrazione Irpef anche gli inquilini, i comodatari e il promittente acquirente che ha registrato il contratto preliminare.
Ovviamente fanno parte della categoria di beneficiari fiscali anche i familiari conviventi che abbiano sostenuto spese per favorire la vita motoria dell’assistito.
Il rimborso del 50% si ottiene in sede di dichiarazione dei redditi. Vanno indicati i dati catastali dell’immobile ristrutturato e delle barriere architettoniche eliminate. Per questo è necessario conservare tutti i documenti relativi alla ristrutturazione, come le domande e le delibere per effettuare i lavori.
Il bonus viene restituito tramite bonifico bancario o postale. Bisognerà indicare nella causale il riferimento all’articolo 16 bis TUIR, il codice fiscale del beneficiario e di chi effettua il pagamento.
Tipologie di lavori che rientrano nel bonus
Non tutti i lavori di ristrutturazione per favorire la mobilità motoria di una persona disabile rientrano nel bonus che agevola l’intervento. Secondo la legge infatti, si possono detrarre dall’Irpef solo le spese che servono a eliminare le barriere architettoniche, come il montaggio di ascensori e rampe o l’eliminazione dei gradini. Ma non solo, infatti sono rimborsate per il 50% anche la realizzazione di tutti quei strumenti che consentono di agevolare la mobilità come la robotica o i mezzi di ultima generazione. Ovviamente affinché questo intervento sia valido deve essere effettuato sull’immobile. Tra gli strumenti tecnologici non rientrano i telefoni a viva voce o gli schermi con funzionamento a tocco.
Si consideri che i soggetti affetti da handicap grave sono quei disabili che rientrano nella categoria di soggetti etichettati con la legge 104/93 articolo 3, comma 3. Non possono avvalersi del bonus Irpef i soggetti membri alla medesima legge, ma con comma 1. Lo stato di portatore di handicap deve essere considerato da una commissione medica, che accetta l'ok per ottenerne il certificato e quindi usufruire di tutti i benefici che lo Stato mette a disposizione.