Come riconoscere i segnali dell’autismo nei bambini

person Pubblicato da: Valeria Iavarone list In: News Data:
Come riconoscere i segnali dell’autismo nei bambini

Effettuare la diagnosi precoce di autismo è fondamentale per aiutare i bambini durante la crescita a ricevere tutto il supporto necessario. Nella maggior parte dei casi la diagnosi di autismo nei bambini arriva quando vanno alla scuola dell’infanzia, troppo tardi per assicurare al soggetto uno sviluppo cognitivo ideale. L’obiettivo di questo articolo è quello di approfondire sui sintomi, segni e segnali che manifestano i bambini affetti da autismo, così da poter fornire l’aiuto fondamentale per crescere al meglio. 

Perché parliamo di diagnosi precoce di autismo?

Sia la letteratura scientifica che la medicina concordano su quanto sia importante una diagnosi precoce che permette di riconoscere i primi segni dell’autismo al fine di avviare velocemente tutto l’intervento comportamentale intensivo che richiede. L’età ideale in cui si dovrebbe iniziare ad agire è quella dei 18 mesi, così da poter lavorare sul recupero della sintomatologia e sui ritardi di tipo cognitivo e sociale. L’autismo non si manifesta con un sintomo delineato e preciso, ma ve ne sono diversi. Il disturbo dello spettro autisticoappare già nell’infanzia, provocando ritardi importanti che riguardano l’imparare e giocare, parlare o avere interazioni sociali. Purtroppo però i sintomi sono così vari, così come gli effetti, che effettuare un riconoscimento precoce è molto difficile, se non per chi già è a conoscenza dell’argomento. Riconoscendo i sintomi precocemente si può agire sul problema e implementare le necessità del bambino sopperendo alle mancanze con la terapia. 

I sintomi che i genitori dovrebbero riconoscere

bambini affetti da autismo possono manifestare sintomi da lievi a gravi. Secondo le ricerche i maschi hanno quattro volte più probabilità rispetto le femmine. Molti bambini fino ai due anni non dimostrano alcuna problematica, ma in seguito regrediscono perdendo le abilità acquisite come quella linguistica e sociale. Come capire quali sono i segnali? Sicuramente solo un genitore che conosce benissimo il bambino, è a conoscenza della sua crescita e degli sforzi che ha fatto e se sarà un attento osservatore, noterà dei cambiamenti che fanno scattare il campanello di allarme. Anche in caso di dubbio è bene riferire al pediatra quello che si è notato. Un medico in una visita di 10 minuti difficilmente potrà cogliere i cambiamenti o dei segnali che il genitore nota durante un arco temporale più lungo. 

Il sintomo principale è l’assenza di un comportamento normale e non la manifestazione di comportamenti anomali come si potrebbe pensare. I primi segnali di autismo appaiono tra i 12 e i 18 mesi. Attenzione a non confondere un bambino tranquillo e quieto con uno con ritardo nello sviluppo d’interazione sociale e del linguaggio. Inoltre attenzione se il bambino:

-  Non sorride se gli sorridi, è sintomo di scarsa reciprocità emotiva;

- Limita il contatto visivo o è assente, si nota se mentre gli dai da mangiare non ti guarda;

- Non si gira se viene chiamato da un genitore o da una voce conosciuta;

- Non imita la mimica facciale dell’adulto;

- Non segue con lo sguardo gli oggetti a cui dai attenzione;

- Non attua gesti di comunicazione come il saluto;

- Non fa vocalizzi o rumori per attirare l’attenzione;

- Non vuole essere preso in braccio e non cerca le coccole.

Tutti questi segnali rientrano nella fascia dai 6 ai 24 mesi. Oltre i due anni invece il genitore potrà notare difficoltà nella comunicazione non verbale, socializzare diventerà difficile, e si manifesteranno difficoltà nel linguaggio e rigidità di pensieri e comportamento.

In generale i bambini autistici preferiscono limitare le interazioni sociali, non fare giochi di gruppo ma vivere nel proprio mondo disinteressandosi degli altri. 

 

Il test per l’autismo

Qualora il genitore abbia notato uno o più dei segnali sopra descritti, dopo averne parlato con il pediatra, è possibile eseguire il test M CHAT, uno strumento di screening che permette tramite una standardizzazione di valutare dal punto di vista quantitativo il rischio della presenza dello spettro autistico. Se dovesse emergere un risultato positivo, in base al profilo di rischio gli specialisti impronteranno sul bambino un percorso diagnostico approfondito al fine di poter riabilitare il soggetto. 

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